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19 luglio 2014

FAVOLE DAL MONDO: Il piccolo grande Issumbosci


Scopriamo oggi una fiaba tradizionale giapponese, che parla di un bambino piccolo piccolo, ma dal grande coraggio...

Tanto tempo fa, in Giappone, viveva un bambino di nome Issumbosci, la cui caratteristica era quella di essere piccolissimo, alto appena quanto un pollice. Il bimbo era molto amato dai suoi genitori che stavano sempre attenti a non perderlo di vista, soprattutto quando si divertiva in giardino, seduto su un sassolino o riparandosi dal sole con una fogliolina.

Intanto gli anni passavano e il piccolo Issumbosci, nonostante non crescesse, diventava sempre più maturo. Quello che più lo rendeva triste era non fare niente poiché, a causa delle sue dimensioni, non poteva lavorare. "Non posso passare il resto della mia vita seduto su un petalo di ciliegio a oziare!”, si disse un giorno il ragazzino, “Non sono capace di lavorare, ma vorrei almeno studiare, diventare sapiente ed essere utile al mio prossimo, nonostante io sia così piccolino”.

Dato che le scuole più importanti si trovavano in città, Issumbosci dovette chiedere il permesso al capofamiglia, il nonno,il quale, dopo averci pensato su, approvò la scelta del nipote, dicendogli: “Fai bene a studiare perché chi più sa, più vale. Un giorno potrai
diventare un uomo importante anche se sei tanto piccino”.

L’uomo diede al ragazzo una piccola ciotolina per il riso che gli sarebbe servita da barchetta e dei bastoncini come remi. Infine gli donò un punteruolo, come arma per difendersi da eventuali pericoli.

Dopo un lungo viaggio, Issumbosci giunse finalmente in città, restando a bocca aperta dinanzi alle belle pagode e ai viali pieni di ciliegi in fiore. Incantato da tante novità il ragazzo non si accorse che era ormai calata la notte, le strade erano deserte e le porte e le finestre erano tutte serrate. 

Non sapendo dove passare la notte, il piccolo ometto, sconsolato, si appoggio allo stipite di una porta e iniziò a cantare. Di lì a poco la porta si aprì e apparve una fanciulla che disse “Credevo fosse un grillo e invece guarda un po’ che strano ragazzino! Entra,  altrimenti l'orco ti mangerà”. “Quale orco?”, chiese Issumbosci , “Il perfido orco rosso che vive nel boschetto del tempio”, rispose la ragazza.

Fu allora che Issumbosci decise di rendersi utile, tirando fuori tutto il suo coraggio, “Domani portami da lui, lo ucciderò con la mia spada!”.
L’indomani i due andarono insieme al tempio, e Issumbosci, piccolo com'era, fece una gran fatica a salire l’alta gradinata di marmo.
Una volta in cima, l'orco sbuco dal boschetto. Nonostante fosse enorme e dall’aspetto spaventoso, il piccolo ragazzo non esitò e subito gli saltò sulla spalla, punzecchiando gli occhi del mostro.

L'orco cercava di afferrarlo, ma era come tentar di acchiappare un moscerino! Issumbosci saltellava da tutte le parti per condonderlo, finchè non entrò nella sua bocca, scese giù nella pancia e lo trapassò col suo punteruolo. L’orco cadde a terra, morto, e la fanciulla corse verso di lui, ne raccolse l’ultimo respiro e lo gettò verso Issumbosci, dicendogli “Issumbosci, diventa grande!”. Il ragazzo incominciò a crescere immediatamente, trasformandosi in un bellissimo giovane.

Da tutte le parti accorreva la gente della città, felice di essere stata liberata dal mostro e celebrando l’eroe Issumbosci. Da allora il ragazzo venne venerato da tutti, studiò, divenne un saggio e sposò la bella fanciulla, vivendo felice e contento.

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